Il Contest
L’Organizzazione mondiale della sanità OMS definisce la salute “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia e anche la capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”.
L’attuale pandemia Covid 19 ha sacrificato parte dei servizi dedicati alle persone sieropositive e complicato l’accesso alle cure rischiando di pregiudicare i progressi raggiunti nella lotta al virus.
Il diritto alla salute deve tutelare tutte e tutti ed evitare che una malattia possa essere combattuta a discapito di un’altra.
Il 17 maggio 2020 una coinvolgente iniziativa nazionale di commemorazione ha unito il ricordo delle vittime di HIV e di Covid 19, mettendo in evidenza la connessione tra queste due diverse infezioni:
“Difendere il ricordo delle vittime di HIV significa contrastare lo stigma che anche vive ancora oggi…”
“Nessuna vita vale meno di un’altra: ieri sacrificabili erano tossicodipendenti e omosessuali, oggi anziani e disabili”
A seguito dell’attivismo che da sempre ci impegna nel rivendicare diritti e condividendo la mission delle iniziative solidali globali vorremmo, con l’arte mantenere accesa l‘informazione sull’ HIV e denunciare la pericolosa analogia (seppur nelle differenze) dello stigma che ricade sulle donne e gli uomini affetti da HIV e Covid-19: oggi più che mai queste persone dovrebbero ricevere il più autentico sentimento di vicinanza e rispetto.
Come affermato dall’UNAIDS la storia dell’HIV avrebbe dovuto e – può ancora – dare una lezione per un approccio basato sui diritti umani, sulla forza delle persone e delle community, sulla costruzione di un clima di fiducia, cordialità e solidarietà.
Oggi come ieri è fondamentale garantire diritti ai più fragili e agli esclusi per poter così salvaguardare i diritti umani, sociali e la salute di tutti. La storia di resilienza e di lotta delle persone con HIV può sostenere individui e famiglie nella gestione della paura emersa dall’attuale pandemia.
“Stigma e discriminazioni sono una barriera al contrasto del COVID così come lo sono per l’HIV”.
La solidarietà, l’empowerment, la consapevolezza e l’informazione sono fondamentali per rispondere alla pandemia, sostiene UNAIDS, mentre paura, stigma e discriminazioni non possono che ostacolare questo processo.
Questi i sette consigli di UNAIDS “da portare a casa”:
- Coinvolgere le comunità colpite, fin dall’inizio, in TUTTE le misure di risposta al virus così da creare un clima di fiducia che ne assicuri l’efficacia e la sostenibilità evitando danni diretti o indiretti. Garantire la frequente condivisione di informazioni.
- Combattere tutte le forme di stigma e discriminazione, a partire da quelle basate su pregiudizi razziali, sui contatti sociali, sul tipo di professione svolta (ad esempio gli operatori sanitari) o quelle dirette verso i gruppi sociali più emarginati. Il rischio è creare verso di loro un impedimento per l’accesso alle cure.
- Assicurare alle persone più vulnerabili e più difficili da raggiungere un accesso gratuito, o almeno sostenibile, a cure, screening e test.
- Rimuovere le barriere che possano impedire alle persone di proteggere se stesse e le loro comunità: paura di perdere il lavoro, costi troppo alti delle cure, circolazione di fake news o disinformazione, mancanza di infrastrutture sanitarie e così via.
- Le restrizioni volte a proteggere la salute pubblica devono essere di durata limitata, proporzionate allo scopo, necessarie, basate sulle evidenze scientifiche e riesaminabili da una Corte. Introdurre eccezioni, se necessario, per i gruppi vulnerabili allo scopo di migliorare gli effetti delle restrizioni. I divieti obbligatori generici raramente sono necessari e efficaci. Le persone non dovrebbero essere criminalizzate per l’eventuale violazione delle restrizioni.
- Gli Stati devono lavorare supportandosi l’un l’altro per assicurare che nessun paese sia lasciato indietro, scambiando conoscenze, informazioni, risorse ed esperienze tecniche.
- Supportare e proteggere gli operatori sanitari. E’ importante essere gentili gli uni con gli altri e sostenere ogni sforzo volto a diffondere un clima di solidarietà e fiducia più che a moltiplicare le sanzioni.